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    ESSERE TERRA
    Un piccolissimo palco in una vasta area cosmica. Così Carl Sagan, astronomo e divulgatore scientifico, definì il nostro pianeta una volta superata l’orbita di Nettuno. Ecco allora che l’uomo si rende improvvisamente conto della sua piccolezza a confronto con l’immensità dell’universo e dei suoi elementi, ma allo stesso tempo prende improvvisamente coscienza di sé stesso, della sua posizione non privilegiata e inizia un processo di ridimensionamento che lo costringe a una lezione di umiltà. Un esercizio complesso, ma fondamentale per poter mettere in discussione la propria esistenza in relazione a ciò che lo circonda e che per lui è prezioso ed è l’unica casa: la Terra.

    Il genere umano si trova in una particolare condizione di essere l’artefice consapevole di un cambiamento irrefrenabile e deleterio del proprio pianeta e allo stesso tempo l’unica forma di vita in grado di agire in modo sostenibile per frenare l’emergenza e per conservare le risorse dell’ambiente, considerato bene comune.

    E’ ormai una consapevolezza diffusa che la vera sfida è individuare nuovi strumenti e visioni per ripensare il mondo e le relazioni umane in rapporto all’ambiente: per riuscire ad orientarsi nel caos che sconcerta l’esistenza bisogna avere il coraggio di mettere in discussione le certezze e rimettere ordine, cercando il senso più profondo, rispettando e comprendendo la misura.

    La volontà di ripensare la geografia della Terra è evidente nelle opere di Luigi Dellatorre, nelle quali il mondo conosciuto si modifica in continuazione generando originali “S-geografie” provocatorie che disorientano volutamente lo sguardo dell’osservatore.

    Una metafora dell’esistenza umana, paradossalmente impreparata di fronte ai mutamenti repentini che essa stessa genera e maldestra nel tentativo di governare gli equilibri precari che la caratterizzano.

    L’atto di cucire, tecnica utilizzata da Dellatorre per creare nuove realtà possibili su tele di jeans, è un’azione lenta e meticolosa, proprio come dev’essere accurata la scelta delle strategie comuni nel valutare nuovi obiettivi, nel tessere nuove relazioni solide, nell’agire in modo inclusivo e non esclusivo. La complessità diviene ricchezza e l’attenzione ai dettagli una necessità per creare strutture originali.

    Le opere di Luigi Dellatorre pongono l’accento su ciò che abbiamo in comune in quanto genere umano: l’ambiente e la vita. La grande rivoluzione sarà la capacità di ampliare il nostro orizzonte e trascendere ogni tipo di divisione per tornare a essere parte integrante del nostro pianeta, tornare a definirci esseri terrestri. Esseri della Terra. Solo catalizzando le energie verso un benessere collettivo e intrecciando i fili delle nostre esistenze sarà possibile salvaguardare l’intero pianeta.

    Non è possibile, tuttavia, sentirsi parte di un unico pianeta e di un unico sistema senza considerare il concetto fondamentale di connessione. O meglio, di iperconnessione. Alessandro Zannier attraverso uno studio approfondito dei funzionamenti delle correlazioni intende spingersi oltre l’intellegibile per dare forma e suono ai misteriosi meccanismi che regolano il mondo.

    Non esiste più distinzione tra scienza e religione, perché è il mistero che prende il sopravvento e costringe l’essere umano s ridimensionare la propria posizione in relazione a ciò che è oltre sé stesso. L’artista, attraverso continui riferimenti alla fisica, alla biologia, all’astronomia e alla matematica, invita alla riflessione sulle dinamiche dei massimi sistemi e tenta di spiegare le figure ricorrenti su diverse scale, dal micro al macrocosmo: “l’insetto umano”, per citare la novella Micromega di Voltaire alla quale Zannier si ispira nella creazione di una delle opere esposte, pur nella sua piccolezza, ha sempre la possibilità di riflettere sulla sua condizione e può cercare gli strumenti per comprendere quel mondo fatto di interrelazione e interdipendenza dei fenomeni.

    L’unica risposta possibile per comprendere l’esistenza e i suoi meccanismi più complessi è quella di tornare all’origine, alla “pasta” primordiale, alla più piccola cellula che vede uguali, in origine, ogni forma di vita esistente e comprendere che solo una direzione più etica e sostenibile può essere la via giusta alla salvezza del pianeta: l’essere “terrestre”, custode del Pianeta Terra, deve attuare un cambiamento radicale, ampliando la propria coscienza identitaria e considerando realmente la Terra un bene comune.

    2023, Chiara Franceschini

    Testo in catalogo bipersonale Re genesis #3 - Un tenue Punto blu, 2023.